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  • Immagine del redattoreDavide

Vi racconto il Madame X Tour di Madonna...


Il Madaxe X Tour di Madonna si è ufficialmente concluso l’8 Marzo a Parigi, prima del previsto, e con la cancellazione delle ultime due date del 10 e dell’11 Marzo, a causa delle misure restrittive prese dal Governo Francese per fronteggiare la pandemia da COVID-19. Chi ha avuto modo di seguire l’andamento di questo tour sa benissimo che queste non sono state le uniche cancellazione subite. Su un totale di 93 date inizialmente previste, ne sono state cancellate in tutto 18, portando quindi lo spettacolo in scena ben 75 volte. Non è qui mia intenzione approfondire, discutere o analizzare il perché e le modalità di queste improvvise cancellazioni, ma una breve premessa e considerazione personale in merito è quasi dovuta. Io credo che un’artista come Madonna, che da circa 40 anni domina il panorama musicale mondiale, all'età di 62 anni, possa anche 'permettersi' degli infortuni e rinunciare, purtroppo, a completare tutte le date programmate di un tour. 75 show non sono di certo pochi. Gran parte delle artiste femminili contemporanee, con la metà dei suoi anni, riesce a malapena a reggere tournée di 40 date, quindi già solo per questo, ancora una volta, la Regina del Pop, ammaccata e dolorante, ne esce comunque a mio parere vittoriosa.

Ho avuto la fortuna di poter assistere ad una data del Madame X, il 16 Gennaio a Lisbona, ed ora che non rischio più di ‘spoilerare’ lo spettacolo a chi ancora attende di vederlo, posso finalmente raccontarvi come è andata. Scegliere Lisbona come città per assistere a questo tour è stata la scelta migliore che potessi fare, l’ultimo disco di Madonna, infatti, che va a coprire anche gran parte della scaletta dello show, nasce proprio nella capitale portoghese. La genesi di questo progetto vede come primo step una fase di vuoto artistico, una carenza quasi totale di ispirazione che ha colpito Miss Ciccone subito dopo aver concluso il Rebel Heart Tour nel 2016, ed essersi trasferita proprio a Lisbona, per poter seguire la carriera calcistica di suo figlio David. In una città a lei completamente estranea, con cultura e tradizioni molto diverse da quelle statunitensi, l’impatto, come da lei stessa raccontato durante lo spettacolo, è stato devastante. L’avvento dei social ci ha permesso di dare un’occhiata inedita nella vita della popstar, l’uso, a volte anche eccessivo, in particolar modo di Instagram, ci ha mostrato una Madonna più umana, decostruendone a volte anche la sua iconicità. E’ stata l’esigenza di ritrovare un contatto con la realtà, ispirazione e creatività, a far uscire Madonna dal guscio famigliare in cui si era fin troppo rinchiusa, e a portarla in incognito a conoscere la cultura della sua nuova città di residenza. Rapita dal fado, dalla morna, della funana e da tutta la musica tradizionale lisbonese, che ha il suo cuore pulsante nel quartiere dell’Alfama, ha ripreso in mano la sua vita lavorativa creando un disco che è una sorta di viaggio attorno al mondo, all'insegna della multiculturalità che solo una città con una storia così ricca di incontri tra etnie diverse, come Lisbona, può avere. E’ la primissima volta che Madonna intraprende un tour teatrale. Abbandonando i palazzetti, le arene e i grandi stadi, l’atmosfera e l’accoglienza intima e famigliare del teatro ti abbraccia non appena ci sei dentro e guardi quel sipario calato, con tende rosso porpora ed una immensa X proiettata su di esso. La sensazione è quella di essere in una grande sala cinematografica, un clima rilassato, cordiale e sereno, in cui predominano l'allegria e la condivisone che solo eventi culturali come questo sanno regalarci. Il tutto inoltre potenziato dall'assenza categorica di smartphone, come voluto proprio dall'artista, per poter godere dello show senza alcun filtro o barriera con il suo pubblico. Lo spettacolo della popstar è preceduto da alcuni musicisti che, col sipario ancora calato, intrattengono i fan impazienti a ritmo di fado, alternando musica tradizionale portoghese a vecchi successi madonnari come Like A Virgin ed Who’s That Girl, in chiave, ovviamente, acustica e latina. Tra questi, spicca il giovanissimo Gaspar Varela, nipote della celebre musicista del fado Celeste Rodrigues. Non appena lo show ha inizio abbiamo subito ben chiara una cosa: Madonna è qui perché come artista ha ancora qualcosa da dire. Il merito e il segreto del successo di questa donna sta proprio nel non riuscire mai ad esaurire il suo bisogno di comunicare ogni volta cose nuove. Il Madame X Tour su questo non fa eccezione, è uno show in cui ci sono molti messaggi, sicuramente quello in cui Madonna comunica e parla più che mai col suo pubblico, e tra questi messaggi è chiaro sin dalla sua apertura che è ben marcato quello di natura politica. L'intro è forse il più particolare e il meno convenzionale nella storia dei suoi spettacoli. Dimenticate le faraoniche scenografie o gli ingressi su troni o discoball. Veniamo introdotti nel mondo di Madame X mettendo in chiaro fin da subito che: questo è lo spettacolo meno madonna-centrico che vedrete. Sul palco, nell'ombra, qualcuno prova a digitare su una vecchia macchina da scrivere uno dei messaggi più belli lasciati da James Baldwin:


'Gli artisti sono qui per disturbare la pace'










La comunicazione tra palco e pubblico è continuamente interrotta, la libertà di parola e il diritto di espressione vengono continuamente strozzati e soffocati da forze più grandi: mentre le parole di Baldwin appaiono sullo schermo, colpi di arma da fuoco 'attaccano' il palco e il nostro misterioso scrittore che, ferito, continuerà tuttavia a rialzarsi e a ricominciare a battere a macchina l’importante messaggio. Ma la violenza dei proiettili ha la meglio, il nostro scrittore è a terra, ed il messaggio non viene concluso. Il divieto, ancora troppo spesso presente nella società contemporanea, di potersi esprimere liberamente come persone, è la prima condanna sollevata da Madonna nell'intro del suo show. Sul palco vediamo bruciare una grandissima bandiera americana. Lo spettacolo ha inizio. Madonna è sul palco con la su God Control, pronta a denunciare uno dei problemi più gravi nella società statunitense (e non solo): il ‘controllo’ ormai del tutto perso sull'uso delle armi da fuoco, che, con un gioco di parole tra le parole God/Gun, è parallelamente anche legato alla crisi dei valori cristiani. Le 'vesti' sono quelle di una combattente napoleonica in lotta per il ritorno di una democrazia ormai perduta. La prima sezione dello spettacolo prosegue mescolando questo messaggio di denuncia sociale antitrump, a riferimenti religiosi, da sempre cari all'immaginario 'madonnaro'. La decadenza e la violenza nella società odierna trovano dei parallelismi col passato e la vicenda di Giovanna D’Arco in Dark Ballet. Madonna sul palco mette in scena una versione rivisitata e quasi post-apocalittica della storia della famosa pulzella d'Orléans, bruciata al rogo come eretica nel 1431, per poi essere santificata nello scorso secolo. E’ la storia che si ripete, come la figura di questa Santa, anche Madonna riveste i panni di una lungimirante rivoluzionaria, condannata da sempre nella sua carriera per aver sdoganato miriadi di taboo ed essersi esposta in campo politico e sociale. Nonostante decenni di polemiche sulla sua persona, Miss Ciccone ci tiene a ribadire che di tutto ciò che ha fatto non è MAI PENTITA (segue infatti uno dei suoi grandi classici, Human Nature, dove, appunto, visivamente parlando la star risponde con un dito medio a tutti i detrattori che hanno da sempre tentato di affossarla). Sul palco si inizia a respirare un'atmosfera da GIRL POWER: accanto a lei ci sono le sue tre figlie più piccole adottate in Malawi, ballerine e musiciste unicamente donne che, assieme a Madonna, intonano acapella un verso di un'altra sua hit storica, l'inno femminista per eccellenza, ovvero Express Yourself. Lo spettacolo prosegue con la presentazione ufficiale della nostra protagonista: Madame X.






Madame X è un personaggio immaginario, utilizzato in passato sia nel campo artistico che cinematografico (nella prima immagine Portrait of Madame X-John Singer Sargent-1884; nella seconda immagine Lana Turner nel film Madame X del 1966), che Madonna ha deciso di interpretare in questa nuova era. Stando al suo racconto, questo sarebbe anche il soprannome affibbiatole dalla famosa coreografa Martha Graham durante i suoi primi anni a New York, quando ancora non famosa, frequentava proprio la sua prestigiosa accademia di danza contemporanea. Dopo diversi richiami disciplinari che la coreografa le avrebbe fatto a causa del suo continuo cambiare look, non rispettando le regole sull'abbigliamento che la scuola imponeva a tutti i suoi alunni, Madonna fu proprio così soprannominata dalla sua insegnante. Madonna Louise Veronica Ciccone è quindi Madame X da sempre, ancor prima di diventare la Regina del Pop in grado continuamente di interpretare più versioni della donna contemporanea. E’ proprio su questo gioco tra mille identità che lo show continua il suo iter, seguono Vogue e I Don’t Search I Find, accomunate da un sound di stampo anni ’90, che ci mostrano Madame X sul palco in una delle sue vesti migliori, quella di agente segreto in missione per boicottare il regime. La sezione si conclude con la canzone più politicamente scorretta che Madonna abbia mai inciso, la rivoluzionaria American Life, un vero e proprio manifesto di condanna verso il mercato della guerra, unico settore dell’economia occidentale a non essere mai andato in crisi (chissà perché). Sullo schermo le immagini causate dagli orrori dei bombardamenti, che ancor'oggi viviamo in tutto il mondo, sono chiari e non lasciano altro da aggiungere all'artista.


La seconda sezione dello spettacolo inizia con un video interlude che ci mostra, partendo proprio dal Portogallo, come il processo di colonizzazione, nato attorno al XVI secolo, abbia percorso l’intero globo, disegnando, attorno ad una mappa del mondo, proprio queste tratte. Anche in questo caso si richiama un evento storico, come il colonialismo, per denunciare un'altra piaga sociale nata parallelamente: lo schiavismo.

A fine video sul palco irrompono euforicamente le Batukadeiras, un coro di donne, d'origine capoverdiana, chiamate da Madonna per cantare assieme la sua Batuka. Il batuque è uno stile musicale e di danza generato dall'omonimo strumento a percussioni, simile ad un tamburo, originario proprio di Capo Verde, colonia portoghese fino al 1975 e luogo da cui storicamente si pensa sia nata la tratta degli schiavi. La stessa Madonna ci ha raccontato come questa musica venne vietata dalla Chiesa poiché considerata un atto di ribellione allo schiavismo. Nonostante ciò, questa cultura ha continuato a resistere arrivando fino ai giorni nostri. Lo spettacolo abbandona dunque la tematica di denuncia americana, per proiettarsi su un contesto etnografico diverso e più variegato, sia a livello di sound che visivo (la stessa Madonna appare sul palco con un look dal capello bruno completamente inedito).


C'è una sorta di ciclicità delle tematiche anche in questo secondo blocco: oppressione, ribellione e resilienza davanti al dominio dei più forti e all'egemonia della Chiesa Cattolica. E’ chiaro che questa sia la parte più portoghese dello show. Tornano sul palco i musicisti di fado che avevano intrattenuto il pubblico come opening act. Ora però è la stessa Madonna ad immergersi completamente in questo genere musicale, uscendone vocalmente al top e mostrando la sua grandissima versatilità, non solo come performer, ma anche come cantante e musicista.

A classici della musica lisbonese segue un accenno alla sua più grande hit latina di sempre, La Isla Bonita, e dopo, due tra i pezzi più contaminati da questa cultura presenti nel suo ultimo disco, Killers Who Are Partying e Crazy.

Proprio in queste due ultime performance, spicca particolarmente il talento dei ballerini scelti per questo tour, specie perché coinvolti nel ballare uno stile di danza poco convenzionale. Dopo una bellissima cover-omaggio a Cesária Évora (altra leggenda del fado), dal titolo Sodade, dove Madonna tocca vocalmente il punto più alto dell'intero show, i ritmi iniziano ad animarsi, pur rimanendo circoscritti in ambito latino. E’ la volta di Medellín che crea sul palcoscenico una vera e propria festa. Non siamo più, geograficamente parlando, solo in campo europeo, ma iniziamo un vero e proprio giro per il mondo, come anticipato dal video interlude ad inizio sessione, che ci fa attraversare il Sudamerica, proprio con il duetto con la star colombiana Maluma, fino ad assaporare la cultura nordafricana della morna con la splendida Extreme Occident. Il passaggio tra la seconda e la terza sezione dello spettacolo è caratterizzato da una vera e propria chicca per i fan storici della Regina: un interlude molto minimal, armonizzato su un gioco di respiri e ansimi, sulle note di Rescue Me, un singolo del 1990 che Madonna non aveva mai proposto dal vivo. Sarà a causa dell'alta aspettativa nel veder finalmente eseguita questa canzone live, ma è forse il momento meno calamitante dell’intero spettacolo, dove primeggiano soltanto, ancora una volta, le qualità eccelse dei suoi ballerini ed il messaggio di salvezza e redenzione che riguarderà il terzo ed ultimo blocco del Madame X show. La sezione inizia con il live di uno dei classici di Madonna più amati, non solo dai fan, ma anche dal grande pubblico, Frozen. Nonostante il pezzo sia stato eseguito dal vivo già in precedenti tour, a mio parere è proprio in questo spettacolo che il brano è presentato al meglio. Sull'intero palcoscenico è proiettato un’affascinante video in bianco e nero di Lola, primogenita di Madonna, coinvolta in una danza contemporanea dove i suoi lunghi capelli scuri diventano il vero e proprio protagonista della scena. Madonna è nella penombra, quasi nascosta dal video, protetta e cullata dalle movenze delicate ed ipnotiche di sua figlia. Il rapporto protettivo che la natura instaura da madre a figlia è qui del tutto capovolto. Mentre Madonna è totalmente a nudo delle sue emozioni, Lola sembra quasi ricambiarle quella famosa dedica che è stata proprio l’intero progetto Ray Of Light, album di cui Frozen è primo singolo. La neonata che Madonna stringeva tra le sue braccia nella seconda metà degli anni ’90 è ormai una donna adulta, sempre più rassomigliante alla sua mamma, un’artista in crescita che, proprio con il linguaggio dell'arte, sembra essere lì apposta per ricaricare di nuova energia la nostra Madame X. Quasi come una vera e propria rinascita, Madonna a fine brano si palesa sul palco, uscendo dalla penombra, proprio 'attraverso' la figura di sua figlia.


Musicalmente parlando, Frozen è un brano molto etnico, ci riporta indietro con la mente all'arido deserto del meraviglioso videoclip diretto da Cunningham nel 1998. Questo deserto notturno però sembra improvvisamente prendere luce, come fa la stessa Madonna in un coloratissimo abito Versace, luminosa al centro del palco per intonare un vero e proprio inno che ha i toni del deserto del Marocco. E’ la volta di Come Alive, uno dei momenti più belli ed intensi dello show.

Il finale, intonato con il coro, ha un non so che di catartico. Madonna conclude la canzone elevando le mani verso l’alto, in un gesto pacificante che viene accolto da tutto il pubblico con una lunghissima standing ovation. E’ ben chiaro che, dopo aver denunciato le violenze e i soprusi di questa società, adesso sia il momento della rinascita, della speranza e del proiettarsi verso il futuro. E’ proprio Future che segue, in una bellissima inedita versione che vede Madonna per la prima volta al piano. Il brano è perfettamente in linea con la tematica di quest’ultima sezione dello show: per proiettarsi nel futuro bisogna non dimenticare il passato. Il cerchio dunque si chiude: abbiamo riflettuto su tante piaghe sociali per buona parte dello spettacolo, adesso però è il momento di fare nostri questi insegnamenti, non scordarli, e andare avanti condividendoli col mondo.


La condivisone conduce alla gioia, e per questo il palcoscenico finalmente si trasforma, prima in una mega pista da ballo con il remix dance di Crave, poi in un luogo sacro e spirituale con il classico dei classici, Like A Prayer, eseguita nella sua versione originale, come se fosse ancora il 1989. Con la celebrazione finale, con questo exploit di colori, gioa e comunanza, lo spettacolo ‘sembra’ essersi concluso. Ma come capita per quasi tutti i live, è solo una pausa verso quello che sarà, appunto, il vero gran finale. Ricordate come era iniziato lo show? Il messaggio di Baldwin? Vediamo riapparire in scena il nostro scrittore ferito, che, con una ritrovata energia, sembra risorgere e finalmente contrastare i colpi di pistola subiti. A questo turno è lui ad avere la meglio. I proiettili non lo scalfiscono più ed il messaggio finalmente giunge a termine. Da Regina della discomusic, Madonna ci ha abituati a chiudere ogni suo precedente tour con un pezzo potente, da fare tremare le tribune di ogni stadio o arena. Ma qui il contesto è diverso e, ancora una volta, si avverte e 'addirittura' apprezza la peculiarità del Madame X Tour nei teatri, dove, per la prima volta nella sua intera carriera, il brano di chiusura è una ballad. Parliamo di I Rise, l’inno presentato live da Madonna per la primissima volta lo scorso 30 Giugno sul palco del World Pride di New York. Come nella sua versione studio, il brano parte con il discorso di Emma González, sopravvissuta nel 2018 alla sparatoria nella Stoneman Douglas High School e da allora attivista contro la proliferazione dell'uso di armi da fuoco negli States. Torniamo quindi in quel clima di denuncia dal quale lo spettacolo è partito. Molti hanno definito I Rise un regalo di Madonna alla comunità LGBT.

Lo è, ma è anche molto di più. I Rise è una vera e propri canzone di rinascita che può riguardare chiunque, non solo le vittime di omofobia o trans-fobia, ma qualsiasi essere umano che nella propria vita si sia ritrovato a faccia in giù, letteralmente o anche solo metaforicamente nel profondo della propria anima. Il finale del pezzo vede sparire uno per volta tutti gli strumenti musicali che accompagnano la voce di Madonna, lasciandola intonare da sola, acapella, un melodico mantra. Quel ripetuto 'I Will Rise' finale, sembra giungere nel profondo di ognuno di noi come una mano protesa dall'alto, pronta ad afferrarci e a riportarci su, verso la luce, verso una via d’uscita dal buio dell'anima.

Visivamente parlando, la stessa Madonna conclude la canzone, e quindi anche lo show, dirigendosi verso l’uscita principale del teatro, abbandonando il palco, scendendo in platea tra i suoi fan, e dritta, con la mano e lo sguardo verso il cielo, ripetendo a noi tutti questa missiva di speranza. Considerate anche le tristi vicende personali che hanno accompagnato l’artista durante l'intero tour, questo finale sembra più che mai cucito addosso alla stessa storia individuale di Madonna. E’ chiaro a tutti che la nostra leggenda non stia affrontando una fase facile della sua vita, ma come ci ha sempre dimostrato in passato, si rialzerà, ed è così che decide di uscire di scena, ricordandoci che, come fa la fenice dalle sue ceneri, she will rise…..e noi speriamo che questo accada davvero presto.



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