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1984 | Il futuro passato dell'Hikikomori

“Mentre nel libro di Huxley si parla veramente di un altro mondo, di un'altra civiltà, in 1984 è il nostro mondo che agonizza davanti a noi”

(Geno Pampaloni)


Non potevo iniziare diversamente, in quanto questa affermazione tagliente e veritiera si avvale del concetto che Orwell stesso presenta all'interno dell’opera più conosciuta al pubblico letterario: 1984. Una produzione che sembra rispecchiare il nostro presente, che leggendola fa si che il lettore si soffermi su temi ritenuti dalla società attuale, impregnata dell’apparenza e della superficialità, visibili agli occhi della vacuità.





Il nostro scrittore, ignaro del presente incombente, ha viaggiato attraverso la macchina del tempo, alla velocità della luce, oltrepassando le leggi della fisica. Perché proprio di un salto temporale si parla; Orwell aveva previsto il futuro. Il Grande Fratello continua oggigiorno a far parte della nostra invisibilità, a incombere sulle nostre vite, in quanto ogni azione sembra esser un susseguirsi di giudizi, esplicati dai giudici più severi quali la società e il proprio “io”.



Manifesto del Grande Fratello, col Grande Fratello ritratto con caratteristiche somatiche comuni sia ad Hitler sia a Stalin, tratto dal fumetto "1984 The comic" di F. Guimont, 2004




È proprio questo uno dei temi verificatosi ancor tutt'oggi, ecco perché si può introdurre il concetto dell'hikikomori: la “volontà involontaria” in alcuni ragazzi di ricercare il proprio mondo nella tecnologia, a casa, avvolti nella propria solitudine, ignari della vita che tenta ancora di salutarli.
















Hopeless - Roy Lichtenstein


Questo stato di apparente allontanamento volontario, in realtà maschera un vero senso di non realizzazione personale sotto un profilo scolastico, sino al dover soccombere agli stereotipi che la società stessa ci impone. Così queste persone si esiliano volontariamente dai dogmi che non vogliono o non possono rispettare a pieno, cadendo di conseguenza in un tunnel di isolamento e alienazione. Trovano una propria resilienza nella quale creare un mondo virtuale, dove non poter essere osservati neanche dall'occhio del Grande Fratello, diventando prigionieri del loro stesso isolamento, trasformandosi nella Psicopolizia orwelliana, addetta ad arrestare i traditori del partito. In questo caso giudici di loro stessi.


Forse non si desiderava tanto essere amati, quanto essere capiti

(George Orwell)










Whaam - Roy Liechtenstein



Una condizione che Orwell stesso aveva riscontrato sotto differenti aspetti all'interno del proprio manoscritto, nel quale ci indicava un mondo resiliente nella propria resilienza.

Chissà se un giorno riusciremo ad apprendere questo messaggio in codice morse...

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