La Malnata e La Malacarne | Due romanzi di Beatrice Salvioni
- Davide
- 28 ago
- Tempo di lettura: 5 min
Ho letto una storia intensa e bellissima. Viene raccontata in due libri, due romanzi di Beatrice Salvioni, intitolati rispettivamente La Malnata e La Malacarne, che narrano di due ragazzine e della loro amicizia, resilienza, forza e caparbietà durante l'Italia fascista.
Avete presente "i libri al buio"? È un'iniziativa che ho visto fare solo da Feltrinelli. In pratica acquisti un libro, per te stesso o per regalarlo a qualcuno, non importa, lo compri ben impacchettato, in modo da non conoscerne prima titolo e autore, lasciandoti ispirare solo da un piccolo cartellino che in breve prova a descriverlo con pochi aggettivi ed una brevissima descrizione. Nel libro al buio che mi è stato regalato lo scorso Natale da mia sorella e mia nipote il citato cartellino diceva:
"Storico.
Appassionante.
Vero.
In un'Italia fascista nasce l'amicizia tra due ragazzine che si ribellano ad abusi ed ingiustizie. Impossibile non affezionarci alle protagoniste"
A quanto pare è bastato, per chi mi conosce da sempre, per pensare che poteva essere adatta a me una storia legata a questi curiosi indizi descrittivi. Dietro il pacchetto segreto si nascondeva "La Malnata" che ho iniziato a leggere, o meglio divorare, senza l'assoluta consapevolezza che avesse già un seguito, che ci fosse una serie televisiva in programma e che mi avrebbe fatto innamorare delle sue protagoniste.

Nel ventennio fascista, negli anni antecedenti allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in una Monza totalmente allineata alle convenzioni del regime, Maddalena, una ragazzina reietta e ribelle, vive la sua adolescenza andando contro ogni regola che la società di quei tempi imponeva. Il suo carattere indocile e la sua attitudine a cacciarsi e creare guai le hanno procurato il soprannome di "malnata". L'aggettivo, di derivazione popolare, ha nelle intenzioni di chi lo utilizza verso la ragazza un significato prettamente negativo e ingiurioso. Letteralmente significherebbe "nata da/per il male", descrivendo dunque una persona incline a portare sventura e sciagure. Ma con la lettura del romanzo, scoprendo l'acume, l'autenticità e il coraggio della Malnata, finiamo quasi a considerare questo termine una sorta di medaglia al valore: una rivendicazione della propria voglia di non conformarsi ad un regime di oppressione.
Maddalena stringe una forte amicizia con una coetanea apparentemente tanto diversa da lei, Francesca, figlia di un noto cappellaio brianzolo e con una madre attentissima alla sua educazione e conformità ai canoni borghesi del tempo. Una ragazza "per bene" che decide, andando contro non solo la sua famiglia ma anche il suo carattere apparentemente timoroso e insicuro, di lasciarsi andare all'istinto, ad una forza magnetica che la spinge a volere conoscere Maddalena e il suo mondo di malnati.

Ed è così che il primo dei due romanzi della Salvioni si concentra essenzialmente sul legame che cresce sempre più tra le due ragazze, sulla loro sopravvivenza ad un mondo che diventa ogni giorno maggiormente cupo, pericoloso e molesto, soprattutto nei confronti della figura femminile, sulla loro istintiva e puerile ribellione.
Il testo scorre velocemente. Io non sono un lettore "facile", o meglio: sono un pessimo lettore. Non amo i grandi classici, pur riconoscendone il valore ed avendoli studiati nella mia formazione liceale classica, e, avendo poco tempo libero da dover condividere con le altre mie due più grandi passioni, cinema e musica, di solito mi rimane sempre poco spazio da dedicare alla lettura, con la conseguenza che i libri sul mio comodino accanto al letto finiscono con lo stazionarci per mesi. Ma "La Malnata" l'ho davvero letto tutto d'un fiato, così curioso di scoprire cosa porta, come anticipato all'interno del prologo, le due amiche nel gran finale ad una situazione irrimediabilmente difficile e oscura che le cambierà probabilmente per sempre. Sì perché il tono del libro è in gran parte leggero; pur trattando temi come la discriminazione, il sessismo, l'abuso di potere, la diversità di classe e l'ossessione per il controllo, lo fa comunque attraverso gli occhi di due adolescenti ancora legate al gioco e alle avventure di una vita indisciplinata e senza direttive. Al finale tuttavia si arriva con una repentina ed inaspettata escalation di violenza che scoprirò essere solo l'introduzione, un assaggio, a ciò che mi aspetterà nel secondo romanzo.

Più cupo, più legato al contesto storico, più furente ed impetuoso, "La Malacarne" riprende la storia di Maddalena e Francesca a qualche anno di distanza dal crudo epilogo del primo romanzo.
L'aggettivo che fa da titolo a questa seconda parte di storia è inflitto questa volta contro Francesca che, da ragazzina modello, è ormai diventata "marcia fin dentro le ossa", rovinata e irreversibilmente perduta a causa dell'amicizia con la Malnata, che ormai sembra averla marchiata e condannata in eterno ad una nomea negativa.

La storia questa volta si estende su un arco temporale maggiore, comprendendo per intero gli anni del secondo grande conflitto mondiale e intrecciando gli eventi storici dell'Italia mussoliniana alleata dei tedeschi alle ribellioni e vicissitudini individuali, sempre nell'ottica del racconto di formazione, dei personaggi creati da Beatrice Salvioni.
Inevitabilmente donne, Francesca e Maddalena continuano a vivere il loro legame, sommerso di tragici drammi che le costringono costantemente a distanze ed ostacoli, in modo sempre più intenso, fino a far scoprire al lettore, in contemporanea con la realizzazione propria delle due protagoniste, che la loro intensa amicizia è in realtà qualcosa di molto più profondo, qualcosa di raro e bellissimo che però in quegli anni non avrebbe avuto possibilità di esistere.
Tra lotte partigiane, bombe e rifugi antiaerei, deportazioni e spionaggio, quello che era prettamente un romanzo di crescita personale assume ora toni più storici ed epocali, descrivendo, con un lavoro eccellente di ricerca fatto dalla sua autrice, come la città di Monza ha resistito al grande conflitto nazifascista. Concentrato maggiormente sulle vicende personali di Francesca, La Malacarne più che una semplice seconda parte de La Malnata, rappresenta una sua necessaria evoluzione dovuta non solo alla crescita anagrafica delle sue protagoniste ma anche all'inevitabile presa di coscienza dell'orrore che il regime dittatoriale e il fenomeno bellico hanno portato in quegli anni.
Ho avuto più fatica nel terminare La Malacarne, e non per mancanza di tempo (avrei passato intere notti sveglio per quanto mi ha stregato), ma perché non volevo dire addio a due personaggi che ho saputo conoscere, abbracciare e legare al mio io più rivoluzionario.
Non so se è in programma un nuovo libro che racconti di Francesca e Maddalena adulte nel secondo dopoguerra, non so nemmeno se la serie televisiva in programma potrà essere all'altezza dell'immaginario che questi romanzi hanno creato nella mia fantasia, so solo che ne consiglio vivamente la lettura a chi un po' come me ha dentro un animo ribelle, a chi lotta per la verità ed è in costante ricerca di uguaglianza. A chi ama la storia ed è tra quei pochi che sa quanto questa possa insegnarci a non commettere più i soliti vecchi sbagli. A chi crede che anche nei tempi più neri, come quelli che attualmente ritengo stiamo vivendo, possa esserci un bagliore che, seppur creando un sano caos, sia in grado di decostruire le convinzioni sociali dei più ed aspirare ad un mondo più giusto e libero, in cui la voce di tutte e tutti possa contare.
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