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And Just Like That... | Il ritorno delle ragazze di Sex And The City

cult:〈kalt〉 s. ingl. (propr. «culto»), usato in ital. al masch. e come agg. – 1. s. m. Film, fumetto, libro, disco e sim. che riscuote un successo di lunga durata ed è particolarmente ricercato dal pubblico degli appassionati: questo disco è un c. per gli amanti della musica psichedelica; quel libro è stato un c. per la nostra generazione. 2. agg. Che viene fatto oggetto del culto sopra descritto: un libro cult; cult movie (v.). L’espressione ital. equivalente è di culto.




La serie televisiva Sex And The City è senza ombra di dubbio definibile come un cult di quel particolare periodo storico che ci ha visti lasciare gli anni '90 per immergerci trepidanti nel nuovo millennio. Dal 1998 al 2004 (periodo in cui è andata in onda la serie) si sono verificati una marea di cambiamenti socio-culturali, molti dei quali legati al forte incremento del progresso tecnologico che ha visto entrare in quasi tutte le case un pc ed una connessione ad internet. Sex And The City ha accompagnato in modo del tutto inedito ed audace questo periodo di transizione, sdoganando una miriade di taboo legati alla sessualità e alla padronanza/conoscenza di essa, e non solo. In questo vortice di emancipazione femminile si possono leggere altre tematiche, comunque legate ingegnosamente al predetto nucleo tematico della serie (il rapporto tra le donne ed il sesso), quali la moda, l'ambizione, la carriera, l'amicizia, gli amori e la vita newyorkese.

Le storie delle protagoniste Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte sono state poi narrate, dopo le sei stagioni della serie tv, anche in due film, accolti con entusiasmo dai fan, ma tiepidamente dalla critica cinematografica.


A concludere la narrazione della vita di queste amiche ci sarebbe stato un terzo lungometraggio, che avrebbe raccontato il mondo di queste donne alle prese con i '50 anni'. Ma l'improvviso abbandono di una delle protagoniste, Kim Cattrall interprete di Samantha, manda poi all'aria l'intero progetto.

Proprio quando si credeva che tutto ormai fosse stato accantonato, ecco che nel 2021 viene ufficializzata la produzione di una nuova serie televisiva, sequel dell'originaria, dal titolo 'And Just Like That...'.

Il nuovo capitolo conferma l'abbandono della Cattrall, ma riporta in scena Sarah Jessica Parker (Carrie), Cynthia Nixon (Miranda) e Kristin Davis (Charlotte), come le tre protagoniste principali di questo seguito di Sex And The City. Proprio come l'idea originaria del terzo film, la nuova serie narra essenzialmente le vite di queste iconiche donne newyorkesi ormai sulla soglia dei 50 anni. Come è facile intuire, con i 23 anni passati dall'episodio pilota della serie madre, il mondo in cui le nostre ragazze si ritrovano a vivere è completamente diverso da quello che sembravano totalmente dominare alla fine dei '90. Un po' impacciate, a tratti fuori luogo e disperate, Carrie, Miranda e Charlotte in Just Like That tentano in tutti i modi di sopravvivere alla prepotente rivoluzione culturale che ha attraversato l'ultimo ventennio. È da subito palese quanto i loro personaggi, da precorritrici ed emancipate, adesso, in questa nuova serie, sembrano rincorrere, spesso a fatica, l'avanzare frettoloso dei tempi, non necessariamente per dimostrare a sé stesse e allo spettatore di mantenersi cool, ma forse solo semplicemente per preservare la propria autencità. La scelta di dare al nuovo tv series un titolo completamente nuovo, e che per nulla ricorda quello originario, è ben precisa e mette subito le cose in chiaro: non è più Sex And The City. È cambiato infatti totalmente il format, a partire dal minutaggio degli episodi (che adesso si estende ai canonici 40 minuti, tipici di quasi tutte le serie dramedy), finendo con l'eliminare una delle caratteristiche portanti della serie cult anni 90, ossia il trattare in ogni puntata un argomento, legato quasi sempre al sesso, diverso e ben circoscritto, modus operandi che creava episodi c.d. 'autoconclusivi'. AJLT sembra a tratti un terzo film diviso in più parti. Esiste infatti una trama principale che si delinea in tutti in dieci episodi della prima stagione, andata in onda sul fedele HBO (nella nuove vesti di piattaforma streaming HBO Max) dal 9 Dicembre 2021 al 3 Febbraio 2022. L'ulteriore novità è che la serie è stata immediatamente rinnovata per una seconda stagione, al momento in fase di produzione, quindi attesa per la fine di quest'anno o gli inizi del 2023. Senza troppo svelare quali sono state le evoluzioni nella vita delle newyorkesi più trendy degli anni '90, possiamo però sicuramente stilare una lista di tematiche, quasi tutte inedite, che abbiamo visto affrontare nella prima stagione di questo sequel.


Prima di tutto c'è lo scontro generazionale. È quasi impossibile non notare quanto le trentenni di oggi siano completamente diverse da quelle che Carrie and co. sono state nei loro anni d'oro. Il politically correct, così predominante nei nostri giorni, è sicuramente una tematica da sviscerare a dovere in ogni singolo episodio. Parlare di sesso non è più avanguardia pura, è ormai ordinario. Per questo la nuova sfida per le nostre protagoniste è quella di sdoganare, alla loro età e per la loro generazione, altri temi caldi, tra tutti quello della fluidità di genere, che sta portando nel nostro presente una rivoluzione positiva nell'utilizzo stesso della grammatica, con un'attenzione inedita nell'utilizzo dei pronomi, il tutto per rispettare il più possibile chi non si sente rappresentato da un sistema identitario di genere binario. Cadono quindi del tutto le vecchie barriere tra universo 'maschile' e 'femminile', che in Sex And The City sono state fondamentali per narrare, giocando in contrasto, prettamente il punto di vista delle donne.

Il cercare in tutti i modi di integrarsi in un nuovo mondo, all'insegna del politicamente corretto, consente di affrontare altre tematiche, spesso diversificate tra loro, ma che hanno tutte la loro matrice comune nel rispetto del 'diverso' e delle 'minoranze'. Dovrebbe ormai essere del tutto superato, ma a nostro malgrado non lo è ancora, e le cronache quotidiane ce lo dimostrano, il tema dell'integrazione razziale e multiculturale. Per la primissima volta nella narrazione televisiva della multietnica New York di Darren Star (il creatore della serie), cade la supremazia del personaggio 'cis-bianco-etero', per lasciare spazio sempre più al confronto tra culture diverse tra loro, all'insegna della conoscenza reciproca, inserendo nel cast principale personaggi afroamericani, sudamericani ed indiani.

Ancora, un'altra battaglia intrapresa in questo periodo storico, è quella contro l'ageismo, definito tale quella forma di discriminazione nei confronti delle donne di un'età adulta, correlata soprattutto ai limiti sociali imposti al poter essere ancora sensuali e sessuali, rifiutando determinati stereotipi che si è soliti attribuire a chi ha superato la mezza età. Ed è forse questa la battaglia più credibile che le tre protagoniste principali riescono a narrare.

Inevitabile nell'analisi delle predette dinamiche, è l'espediente narrativo del confronto famigliare 'genitori-figli'. Sappiamo infatti, con la fine del secondo film, che almeno due dei tre personaggi principali sono ormai mamme con figli adolescenti, ed è proprio l'inedita figura materna di Charlotte e Miranda ad essere il mezzo principale con il quale raccontare e sviscerare i più importanti cambiamenti tra i giovani degli anni '90 e quelli della Gen Z, ossia dei nuovi anni '20.


La mancanza di Samantha, personaggio catalizzante della serie primaria, si sente, eccome se si sente. Samantha Jones infatti rappresentava la componente più sessualmente emancipata del gruppo di amiche, tra le più amate dai fan per la sua distintiva forza e tenacia sia nelle relazioni sentimentali che nella vita di tutti i giorni, dall'intraprendente carriera di P.R., al superamento di una terribile malattia, fino alla fondamentale capacità di problem solving tanto utile ai guai combinati dalle sue compagne. Il vuoto lasciato dall'abbandono della Cattrall prova ad essere riempito dall'inserimento di nuovi personaggi femminili che iniziano a gravitare attorno alle protagoniste originarie. Alcuni più interessanti di altri, menzione obbligata merita il personaggio di Seema.

La donna, che da subito legherà in particolar modo con quella delle tre protagoniste che forse più sente la mancanza di Samantha, sembra spesso quasi ricalcare i tratti caratteriali di quest'ultima: una predominante indipendenza femminea, impegno costante nella propria carriera professionale e sicuramente una dinamicità e abilità nel districarsi tra conoscenze e contatti della troppo caotica New York, che ricordano proprio le spiccate doti nelle public relations di Miss Jones. Nonostante l'arricchimenteo del cast, la mancanza di Samantha è così forte tanto da farla sentire ancora presente in gran parte delle dinamiche di questa prima stagione di AJLT, quasi come un personaggio fantasma: non la vediamo, ma la sua presenza c'è e stimola a volte anche le scelte delle altre co-protagoniste.

Parlando del minutaggio dei singoli episodi, ho già accennato al fatto che esso si avvicini ormai a quello tipico delle serie drama, mentre come ben sappiamo il vecchio Sex The The City veniva catalogato come una comedy, rispettando dunque i canonici 25-30 minuti di durata di questo genere. Sicuramente And Just Like That non è una serie drammatica, per questo ho preferito utilizzare il termine dramedy per definirla, quasi a metà tra presente e passato. Ma certamente è anche vero che spesso assume tinte più 'scure' rispetto a quelle patinate ed esuberanti del suo precursore. I colori e lo splendore restano accesi negli outfit delle protagoniste, sempre diligentemente curati e ancora in grado di dettare tendenze, ma a rabbuiare la spensieratezza tipica dei 30 anni viene inserito in questo sequel il tema del 'lutto'. Sin dalla primissima puntata la perdita fisica di una persona cara emerge come sentimento e resta presente fino all'episodio finale. La scelta di trattare un argomento così lontano dal tenore più leggero che ha da sempre contraddistinto il mondo di Carrie, Miranda e Charlotte, è sicuramente accostabile e giustificabile anche con il processo di maturazione delle protagoniste. È una tappa obbligata della vita l'incontro con la perdita di una persona cara, fase che si può narrare con la giusta abilità solo utilizzando personaggi ben strutturati. Ed è così che tra i tratti più riusciti di questo sequel c'è senza ombra di dubbio l'eleganza, la dignità e la discrezione con cui il dolore della morte viene vissuto dalle protagoniste originarie.


And Just Like That, come è giusto che sia, lavora tanto sull'effetto nostalgia. Diciamocelo, la serie è prima di tutto un regalo per i nostalgici fan di Sex And The City, ed è proprio a conferma di ciò che la prima stagione è una sorta di caccia al tesoro tra i luoghi storici di essa, nonché una parata di personaggi secondari, apparsi come guest star nella serie madre, che solo ed esclusivamente i più accaniti seguaci possono riconoscere e ricordare.


Si può concludere l'analisi di questa nuova serie proprio ricollegandosi a quest'ultimo punto: l'effetto nostalgia. And Just Like That è una bel prodotto? Mi verrebbe da rispondere immediatamente di sì, ma a dirlo è proprio un grandissimo fan dell'originario Sex And The City, per questo temo che il mio giudizio sia fortemente condizionato da questo fattore. È quasi scontata la curiosità che un fan prova per lo sviluppo di personaggi così iconici ed autentici come quelli creati da Darren Star nel 1998. Questa stessa curiosità può però pervadere anche in chi non ha mai visto nessun episodio della serie cult anni 90? Non so. In fondo, come prodotto a sé stante, AJLT poco dice di nuovo rispetto a tante altre dramedy, tinteggiate di rosa, che narrano la sfavillante vita di New York. Sicuramente il punto di vista di un'età non così convenzionale (siamo infatti abituati a vedere narrata la Grande Mela perlopiù in serie teen), è senza dubbio fattore di interesse nel pubblico generalista, ma non so fino a che punto possa esserlo per chi nulla conosce di queste meravigliose donne ispirate dalla penna della scrittrice Candace Bushnell.

Quel che è certo è che i fan di SATC sono tanti, così tanti da aver spinto, come già detto, il rinnovo della serie. Non so per quante altre stagioni il prodotto possa avere senso, sicuramente una seconda stagione è più che gradita, così tanto che le prime immagini rubate dal set, ritraenti la già iconica borsa-piccione di Carrie, sono già diventate virali.

Non ci resta che attendere quindi il ritorno delle nostre 'perenni ragazze' e valutare in che direzione credibile potranno andare le loro storie.



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