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Contagion | L'automatismo freudiano oggi

Aggiornamento: 16 dic 2020

Questo 2020 si è rivelato essere un anno sconvolgente per le vite di tutti noi! Da mesi ormai abbiamo preso consapevolezza dell’utilizzo fondamentale della “mascherina” come indumento necessario per il superamento di questa pandemia. Si spera, ovviamente, nel risanamento di questa situazione, ahimè, più grande di noi e a tal proposito non si può negare una certa inquietudine nel pensare che magari potrà continuare a far parte della nostra quotidianità anche dopo la scoperta del vaccino. Ci stanno subissando di informazioni: tg, interviste, medici e opinionisti all’interno dei salotti televisivi che pronosticano il futuro incerto e incombente. Si è parlato, nell’attesa della cura e di un possibile vaccino (previsto per gennaio), di terapie con plasma immune e del perché non venga ritenuto un metodo efficiente per sconfiggere in parte questo nemico invisibile. Il perché non venga utilizzato o diffuso, pur avendo riscontrato effetti positivi, rimane un mistero che al contempo può già rivelare in sé una risposta celata. (https://www.iene.mediaset.it/2020/news/plasma-iperimmune-contro-coronavirus-funziona_933389.shtml). Non voglio dilungarmi su questo argomento, altrimenti l’articolo sarebbe troppo critico; dato che ciò che si scrive all’interno del sito è prettamente leggero, quasi fosse una chiacchierata tra amici davanti ad una tazza di caffè, vorrei che l’atmosfera rimanesse tale come all’interno di un bar “virtuale”. Penserete leggendo queste prime righe che questa recensione non potrà che essere una ripetizione di ciò che ormai ci propinano da mesi; una lenta agonia che sembra non finire mai, ma in realtà questo mio pensiero si rivelerà possedere all’interno quella fioca speranza nel futuro; un articolo contenente un messaggio positivo per il 2021 che ci attende! E’ l’ultimo mese dell’anno e ho meditato molto su quale tematica affrontare e su cosa potesse essere interessante per voi lettori, così mi sono chiesta: “Cosa può colpire un possibile visitatore del sito?”. La domanda ha rivelato essere essa stessa la risposta! Perciò non voglio dilungarmi troppo e vorrei a tal proposito iniziare a ripercorrere l’attività pandemica sino ad oggi in modo differente, attraversando le pellicole cinematografiche che più mi hanno colpito, quasi da sembrare una premonizione del periodo surreale che stiamo vivendo, concludendo il tutto con quella diafana speranza ad impronta freudiana - surrealista di cui vi parlavo. I due film che affrontano questo tema sono Virus letale”(1995) e “Contagion”(2011).

In entrambi si può intuire la tematica affrontata, con all’interno cast di eccezione; nel primo Dustin Hoffman, Kevin Spacey, Morgan Freeman e Patrick Dempsey, nel secondo troviamo Marion Cotillard, Matt Damon, Jude Law, Kate Winslet e Gywneth Paltrow. Come tutto ciò che si espone pubblicamente, ci sono riscontri mediatici positivi o negativi, critiche che hanno donato ai due film rilevanza, importanza e risonanza, soprattutto in questo periodo. Nel film del ‘95 (meno catastrofico di Contagion) il virus e la diffusione viene paragonata probabilmente all’epidemia di Ebola scoppiata in quel periodo in Africa (Gabon e Zaire), con l’interpretazione magistrale di Hoffmann che permette una maggiore attenzione nei confronti della questione a noi così vicina. E’ inevitabile non creare un parallelismo tra la nostra situazione pandemica e quella immaginaria, ma non surreale del film; potremmo paragonare ad esempio il paziente uno di Codogno al ruolo di Jimbo Scott (il giovane Patrick Dempsey), oppure la natura aerobica del virus (come il Covid) trasmesso attraverso l’animale (in questo caso la scimmia). Mentre Contagion sembra essere una vera e propria premonizione con l’aggiunta della diffusione della pandemia a causa del pipistrello (stessa "storiella” propinataci o virus da laboratorio? https://www.filodiritto.com/covid-virus-da-laboratorio-sfuggito-ai-controlli-delloms). Ripeto, non vuol essere un articolo polemico, ma al contempo mi piacerebbe sollevare alcune domande alle quali non abbiamo ancora trovato risposte certe e trasparenti. Il dibattito non è altro che rivelazione e confronto tra idee differenti che sinergicamente alla fine possono interagire le une con le altre. Nel 1924, infatti, il Manifesto Surrealista affermava: “Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale”.

Così confermava André Breton, tendendo a liquidare i meccansimi psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei problemi della vita, come quello che stiamo vivendo. Come si può notare, quindi, l’Arte ritorna sempre a farci visita come unica soluzione all’incombenza problematica e come antidoto contro la fugacità della vita. Nel caso dell’arte surrealista, l’ispirazione freudiana si rivela esser l’unico emblema da utilizzare per sconfiggere le avversità dell’esistenza, cercando talvolta di tornare all’innocenza del bambino, recuperando la prolifica immaginazione infantile. Alle volte mi chiedo come avrebbe raffigurato, in questo periodo, Dalì il nostro animo frammentato, fragile,“molle” e senza rigidità proprio come i suoi orologi; magari avrebbe alterato “La persistenza della memoria”, modificandone ulteriormente la percezione del tempo.

«E il giorno in cui decisi di dipingere orologi, li dipinsi molli. Accadde una sera che mi sentivo stanco e avevo un leggero mal di testa, il che mi succede alquanto raramente. Volevamo andare al cinema con alcuni amici e invece, all'ultimo momento, io decisi di rimanere a casa. Gala, però, uscì ugualmente mentre io pensavo di andare subito a letto. A completamento della cena avevamo mangiato un camembert molto forte e, dopo che tutti se ne furono andati, io rimasi a lungo seduto a tavola, a meditare sul problema filosofico dell'ipermollezza posto da quel formaggio. Mi alzai, andai nel mio atelier, com'è mia abitudine, accesi la luce per gettare un ultimo sguardo sul dipinto cui stavo lavorando. Il quadro rappresentava una veduta di Port Lligat; gli scogli giacevano in una luce alborea, trasparente, malinconica e, in primo piano, si vedeva un ulivo dai rami tagliati e privi di foglie. Sapevo che l’atmosfera che mi era riuscito di creare in quel dipinto doveva servire come sfondo a un’idea, ma non sapevo ancora minimamente quale sarebbe stata. Stavo già per spegnere la luce, quando d’un tratto, vidi la soluzione. Vidi due orologi molli uno dei quali pendeva miserevolmente dal ramo dell’ulivo. Nonostante il mal di testa fosse ora tanto intenso da tormentarmi, preparai febbrilmente la tavolozza e mi misi al lavoro. Quando, due ore dopo, Gala tornò dal cinema, il quadro, che sarebbe diventato uno dei più famosi, era terminato» - tratto da “La vita segreta” (1942).


La persistenza della memoria (1931)

Ma come si può definire effettivamente il tempo?

Esso è la dimensione nella quale si misura il trascorrere degli eventi!

Perciò, alle volte, analizzando quest’anno, ci si sofferma a ripercorrere ciò che abbiamo vissuto, ma soprattutto gli eventi che non abbiamo potuto vivere, per mancanza di tempo; ci è stato sottratto, senza che potessimo afferrarlo, senza poter dare l’ultimo addio. Perciò auspico in un miglioramento, continuando a nutrirci d’arte, potendo riscontrare a fine pandemia che l’unica nota positiva di tutta questa situazione sarà l’arricchimento culturale. Continuiamo a sperare e a sognare (proprio come i surrealisti) un mondo che al nostro risveglio possa essere diverso da quello che abbiamo lasciato. Con questo augurio, vorrei abbracciare il 2021 che ci attende, riponendo le speranze che il 2020 iniziava a farci vacillare, con la consapevolezza che il cambiamento che avverrà, denoterà l’andamento del nostro imprevedibile futuro …

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