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  • Immagine del redattoreStefania

Frida Kahlo | La solitudine nel riflesso

Aggiornamento: 9 mar 2020

«Le cicatrici sono aperture attraverso le quali un essere entra nella solitudine dell’altro»


Con queste parole, Frida cercò di evidenziare il concetto legato al proprio malessere interiore causatole dal gravissimo incidente che subì a 18 anni, il quale rivoluzionò per sempre la propria vita. Con la costrizione nel vivere quello stato di apparente disabilità, l’arte fu l’unico rifugio in grado di poter sconfiggere e sopire quella solitudine che da anni la costringeva a farle compagnia, in quel letto riflesso sul soffitto. Sì, poiché i genitori le regalarono colori, tele e uno specchio in grado di poter riflettere la propria immagine immobile solo agli occhi del visibile.



“Piedi, perché li voglio se ho ali per volare?”


Questo spirito da eterna guerriera, non la scoraggiò, anzi la spronò ancor di più nella ricerca della felicità spirituale attraverso l’accrescimento delle proprie passioni artistiche e letterarie. Compose poesie e quadri impregnati dal cromatismo vivace dei paesaggi messicani e dal destino incombente come quel tram che la travolse. Con il suo stile “naïf”, imparò ad essere libera da ogni espressione artistica del periodo, rivalutando la disabilità che in realtà apparteneva solo al corpo e non alla propria anima. Era solita dipingere autoritratti riflessi in quell'unico specchio che ogni giorno le ricordava di guardare e osservare minuziosamente i propri particolari, quasi come se non rammentasse la colonna vertebrale e l’osso pelvico spezzati in tre punti, le costole e il femore frantumati, le undici fratture alla gamba sinistra e la spalla lussata. Nonostante le trentadue operazioni chirurgiche subite , la voglia di macchiare quelle tele inizialmente bianche, non la scoraggiarono.


La colonna rotta” - Frida Kahlo (1944)



"Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio"


Quando le venne rimosso il gesso, convisse con i dolori per tutta la vita, al contempo continuando felicemente a sorriderle. Decise successivamente di sottoporre i propri lavori artistici allo sguardo critico di uno dei più illustri pittori dell’epoca, Diego Riviera che fu colpito dallo stile moderno e dalla vitalità del cromatismo che richiamavano in tutto il proprio essere gli aromi e l’odore del Messico. Tra i due nacque una collaborazione artistica che sfociò in amore, tanto da dedicargli una poesia “Ti meriti un amore”.



“...Ti meriti un amore che ti spazzi via le

bugie

che ti porti il sogno,

il caffè

e la poesia”.








Le due Frida - Frida Kahlo (1939)


Con questa produzione letteraria, Frida confidava ancora una volta nell'amore che pensava potesse donargli Diego, pur conoscendone l’indole da donnaiolo e spirito libero proprio come l’arte che era solita rappresentare.

Queste ultime parole impresse nell'ultimo verso della poesia, spingono l’uomo a ricercare all'infinito l’amore e la felicità, che viaggiano sempre sullo stesso binario e non parallelamente.

Consapevoli che la vita è breve, ma ricca di gioie che sopiscono ogni tipo di malessere, se solo lo si desidera...direbbe Frida.

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