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Green Book | Una riflessione per i 'mangia spaghetti'



Green Book, uscito nelle nostre sale cinematografiche il 31 Gennaio 2019, resta ancora uno dei film più attuali socialmente parlando.

La sua attualità sembrerebbe, ad un primo impatto, venir meno quando si realizza che si tratta di una pellicola ambientata negli anni 60. In realtà il suo potenziale sta proprio nel riuscire a superare queste barriere temporali e, inoltre, a sconfinare dal territorio statunitense fino a noi, in Italia, affrontando tematiche qui ancora, purtroppo, vivissime.

Questo non è il solito film che parla di razzismo, e nonostante possa passare facilmente come 'politically correct', si tratta comunque di un risultato che si raggiunge non con un classico ed abusato schema hollywoodiano alla The Butler: storia di un povero afroamericano, schiavo, denigrato ed isolato dal resto della società 'bianca'; al contrario e a dispetto del suo arco temporale, la pellicola racconta del musicista Don Shirley, un uomo di colore, ricco, famoso, elegante, colto e perfettamente integrato nella sua New York, rappresentante quindi di tutto ciò che è più lontano dall'America lutheriana dell'I Have A Dream.

A rappresentare invece ‘La Minoranza', ghettizzata, povera, zotica e stereotipata come 'mangia-spaghetti', è il personaggio di Tony Lip, in teoria vero protagonista della pellicola, figlio di immigrati italiani, residente nel Bronx e che, come molti europei nell'America di quegli anni, si guadagna da vivere con lavoretti poco puliti ed escamotage tipici di chi raschia il fondo della classe sociale.

L'incontro tra Tony e Don è la miccia che fa scoppiare, elaborare e disvelare le due personalità, a volte come lati opposti di una stessa medaglia, altre invece come sovrapposte e schiacciate assieme su un unico lato.

Sceneggiato come un road movie, il viaggio che i due intraprendono è una parabola alla scoperta della loro stessa identità, quella di Don, molto più vicina di quanto credesse, al colore della sua pelle, alla cultura musicale blues e a quelle che erano le lotte di tutti, anche di quelli vestiti con abiti firmati e autisti privati al seguito.

Tony allo stesso tempo, dall'assurda posizione di immigrato convinto però di una assoluta superiorità della ‘gente bianca’, e quindi paradossalmente omologato alla stessa popolazione che lo considerava, a sua insaputa, un diverso, scoprirà in fondo che non sono molte le differenze tra lui e Don, attenuandone quindi le distanze, al contempo, che la diversità può essere utilizzata come valorizzazione della propria individualità, ed infine, che dall'incontro di etnie, classi sociali e culture diverse si può imparare molto più di quel che si crede (nel suo caso, imparare a scrivere parole d'amore).

Superbo Mahersala Ali, in pratica il vero protagonista del film, che grazie a Don Shirley riesce ad aggiudicarsi il suo secondo Oscar come attore non protagonista, inserendosi immediatamente di diritto nell'Olimpo degli attori più talentuosi del momento.

Meritatissima la vittoria come Best Movie agli Academy del 2019 per un semplicissimo motivo: Green Book si pone a metà strada tra quelle che in quella stagione sono state le pellicole del popolo (A Star Is Born) e gli esperimenti autoriali più audaci (Roma), coniando un film confezionato da comedy, che scorre velocemente e strappa non poche risate, ma che al contempo sa affrontare il prepotente e drammatico tema della diversità in una maniera però innovativa, quasi antigravitazionale, stimolando pensieri più che profondi nello spettatore.

Concludo ricollegandomi con quanto affermato inizialmente: Green Book è un film che funziona tantissimo anche da noi in Italia in questo periodo storico. Questa storia ci ricorda che anche noi siamo stati diversi, stereotipati e ghettizzati. Anche noi siamo stati immigrati, e questo nemmeno troppo tanto tempo fa, in un paese però che in un certo qual modo ci ha dato comunque una grande possibilità, quella di vivere il sogno americano.

E’ lecito infine domandarsi: adesso siamo noi in grado di fare lo stesso verso chi ha bisogno di vivere il sogno italiano?!

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