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  • Immagine del redattoreDavide

Priscilla nella sua gabbia dorata

Impossibile guardare Priscilla senza pensare alla pellicola di Baz Luhrmann, Elvis, di soli due anni fa. Due film così vicini nel tempo che apparentemente potrebbero raccontare la stessa vicenda, seppure, come si evince dai titoli, da due prospettive diverse, magari opposte.

La verità è che le due pellicole possono coesistere armoniosamente nella contemporanea narrazione cinematografica, senza che l'una offuschi l'altra, la contraddica o la sfidi.

L'Elvis del 2022 è un vero e proprio biopic, incentrato sul Re del rock'n roll, e che racconta l'intera vita del leggendario artista, dall'infanzia fino alla sua prematura morte. Lo fa con la vivacità esplosiva caratteristica del regista del Moulin Rouge!, in un moderno musical che reinventa la discografia del cantante per rendere l'opera visivamente e sonoramente vivace e scintillante.

Priscilla di Sofia Coppola, nelle sale in questi giorni, racconta invece qualcosa di completamente diverso e soprattutto in modo completamente peculiare.



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Il film è basato essenzialmente sulla Signora Presley e ha come focus narrativo quello della complessa storia d'amore tra i due noti protagonisti. Inizia quando il sentimento tra i due sboccia inaspettatamente nella Germania dell'Ovest, con Mr. Presley negli anni della leva militare, e termina esattamente quando questo sentimento svanisce, nella caotica Las Vegas del 1972.

Si può dunque sicuramente affermare che il film della Coppola è un film 'romantico', anche se non nel senso canonico del termine. E' una sorta di bad romance la favola vissuta dall'ingenua Priscilla Ann Wagner Beaulieu, che a soli 17 anni lascia la Germania, la scuola e la sua famiglia, per inseguire l'amore della vita e ritrovarsi ingabbiata nella dorata Graceland. Come una moderna Raperonzolo, Priscilla è una minuta figura intrappolata in qualcosa di molto più grande di lei, vittima dei suoi stessi sentimenti e del feroce mondo attorno al quale la rockstar viveva. La dimora dei Presley diviene dunque metafora di un sentimento autodistruttivo, dal quale si fa fatica ad uscire ed in cui ogni forma di lucidità è persa. Tutto l'ambiente che la circonda è luccicante, kitsch ed impersonale, così come il sentimento che Elvis sembra ricambiarle. Negli anni passati a Graceland Priscilla appare come una ragazzina-giocattolo, a cui viene detto cosa fare e come farlo, un personaggio nelle mani di un regista che decide persino il suo look e le sue passioni.

Elvis non ne esce un granché bene. Anche se essenzialmente l'obbiettivo della Colpa non è quello di smantellarne il mito, bensì di narrarne la complessità emotiva che ne blocca la purezza dei sentimenti, la capacità stessa di amare in modo sano come qualsiasi essere umano. Lo stesso Presley infatti potrebbe essere una vittima di qualcosa di più grande: prigioniero di un entourage che gli dice cosa fare e come farlo continuamente, dipendente da pasticche per dormire o per lavorare, una sorta di 'bambinone' fabbrica-soldi prigioniero della sua immagine pubblica.

La scelta del cast è a tutto ciò funzionale. Sofia Coppola ha evitato l'uso di eccessivi make-up per rendere i due protagonisti somaticamente identici ai due veri personaggi. Ma un elemento fisico è chiaro e ridondante per tutto il film: la fisionomia minuta e fanciullesca di Priscilla, contrapposta all'imponenza a tratti goffa e robotica di Elvis.



Jacob Elordi, ma soprattutto Cailee Spaeny, nei panni della coppia fanno un lavoro magistrale. Lei vince infatti la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile all'80° Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.



Un aspetto che in tutta la filmografia della Coppola ha sempre avuto una rilevanza fondamentale è la cura nella scenografia. L'arredamento di Graceland, i colori delle tende, delle pareti, le scintillanti statue, ma non solo, anche abiti, cosmetici e accessori diventano essenziali per trasmettere le sensazioni vissute da Priscilla Presley durante gli anni passati a Graceland.



Un amore vissuto negli anni '60 potrebbe apparire desueto e si potrebbe essere interessati alla pellicola solo per la notorietà dei due personaggi pubblici narrati. Ma in realtà, astraendo il tutto dai due grandi nomi, quella che viene narrata è una storia d'amore dolce-amara anche fin troppo contemporanea, nel quale la nostra stessa società, pregna di rivendicazioni femministe ed emancipatorie, potrebbe comunque tristemente rispecchiarsi.

Due personaggi leggendari, destinati a vivere 'per sempre', per una storia d'amore anch'essa senza tempo e con forti echi nel nostro presente.

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