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Sabrina | La consacrazione di Audrey Hepburn ad icona di stile

L'iconografia di Audrey Hepburn, negli ultimi anni, è certamente più viva che mai. Borse, t-shirt, portamonete e gadget di vario tipo, ritraenti la grande stella hollywoodiana nelle vesti del suo personaggio più memorabile, quello di Holly Golightly nel sognante Colazione da Tiffany, affollano ormai, a prezzi modesti, i negozietti di tutte le grandi metropoli. Ma come mai tutta questa attenzione verso la Hepburn, nel XXI secolo, anche da parte di chi di cinema, in fondo, non ne sa granché? Il motivo è da ricercare nel fatto che la bellissima attrice incarna a pieno nell'immaginario comune, a prescindere da quella che è stata la sua carriera cinematografica, un ideale di eleganza e raffinatezza perduta, al quale la donna contemporanea continua però a mirare, in un atteggiamento che si colloca in sintonia con quel fenomeno di rivalorizzazione del passato, di quel mondo 'in bianco e nero', che ha portato il vocabolo vintage ad essere uno dei più utilizzati, e direi anche abusati, nel gergo odierno. Effettivamente tra gli ostentatori dell'iconografia Hepburiana pochi in realtà hanno trovato il tempo e la volontà di conoscere per davvero quel suo mondo 'in bianco e nero', scavando a fondo nella storia e nel lavoro di una delle più grandi donne moderne mai vissute. La Hepburn, prima di essere 'solo' una esile ed elegante sagoma con occhialoni da sole stampata su qualche mediocre materiale tessile, è stata prima di tutto una grandissima attrice, vincitrice di due Premi Oscar, musa non solo di grandissimi registi, ma anche di diversi stilisti che, dagli anni '50, hanno contribuito con il loro lavoro a rendere immortale il suo ricordo. Uno dei momenti cruciali per la consacrazione di Audrey ad icona di stile è sicuramente il suo ruolo da protagonista nella commedia del 1954, Sabrina.


La trama del film è piuttosto semplice, in perfetta sintonia con il genere 'sentimentale' che tanto affascinava all'epoca. La pellicola racconta la storia di Sabrina Fairchild, l'ingenua e sempliciotta figlia dell'autista di una delle più ricche famiglie di New York, i Larrabee.

Sabrina cresce nella tenuta che la facoltosa famiglia possiede nel Long Island, dividendosi tra l'aiutare il padre nella gestione del garage e lo spiare le fastose feste dei Larrabee, nascosta all'ombra di un albero, sognando l'amore impossibile verso il loro secondogenito, l'affascinante David Larrabee, ovviamente del tutto indifferente alle attenzioni della ragazza.

Punto di svolta in questa indigente esistenza è la partenza della giovane verso Parigi, per frequentare un corso di cucina della durata di due anni. Al suo ritorno a casa, infatti, Sabrina risulterà agli occhi di tutti completamente 'cambiata': gli anni trascorsi in Francia le hanno permesso di conoscere e frequentare, con l'aiuto dell'amico il Barone St. Fontanel, l'alta società parigina, trasformando i suoi modi goffi ed impacciati in quelli di una nobildonna, ma sopratutto rinnovando brillantemente la sua 'estetica'. L'elegante e raffinata donna nella quale Sabrina si è trasformata, metterà così in subbuglio le vite dell'intera famiglia Larrabee, ammaliando e seducendo non solo il tanto desiderato David, ma anche il più freddo e imperscrutabile fratello maggiore Larry.



La storia sembra propria quella di una moderna Cenerentola (una costante nella filmografia di Audrey, che ritroveremo in pellicole come My Fair Lady o Cenerentola a Parigi), dove una giovane, povera e indigente ragazza si trasforma improvvisamente in una glamour 'principessa'. Qui di magico però c'è ben poco, la trasformazione di Sabrina è opera della città più raffinata per antonomasia, la splendida Parigi, e della sua 'Vie En Rose', la 'vita in rosa', qui affrontata come un vero e propria modus vivendi, uno stile di vita che la giovane Fairchild fa suo e che riesce ad esportare nella più frenetica e materialista New York. Audrey Hepburn è perfetta per il ruolo da protagonista, nelle volontà del regista c'era infatti il voler far apparire Sabrina, nonostante la semplicità della sua vita, ancor prima della partenza, come una ragazza comunque carica di luce e bellezza innate, doti che l'attrice ha dato certamente prova di possedere. Nella seconda parte della pellicola, quella post-Parigi, per far sbocciare la giovane donna, sono chiamate in soccorso soltanto le nobili arti del vestire, truccare e acconciare, nulla di più, essendo la bellezza della ragazza sempre stata lì, nascosta soltanto dietro il guscio delle differenze sociali. Per vestire la 'nuova' Sabrina venne scelto un allora emergente stilista, Hubert de Givenchy, che procurò alla Hepburn abiti di una sua passata collezione, disposti poi nel tempo a diventare iconici.


Fu proprio grazie al lavoro per questo film che nacque tra l'attrice e lo stilista una meravigliosa amicizia, destinata a lasciare il segno in numerose e successive pellicole che li rivedranno collaborare assieme, tra cui il tanto celebre Colazione da Tiffany.


Givenchy trova così in Audrey, nella sua esile e minuta corporatura, abbastanza contrastante col canone di bellezza incarnato dalla più prosperosa e formosa Marilyn Monroe, la sua MUSA, coniando lo stile classico al romanticismo che solo il viso dell'attrice riusciva a rappresentare. Il loro legame durò fino alla prematura morte di lei, a soli 63 anni, con Hubert al fianco dell'amica fino ai suoi ultimi giorni di vita

Accanto alla Hepburn brillano, nel ruolo dei fratelli Larrabee, i grandi nomi di Humphrey Bogart (Larry) e William Holden (David). Grazie ad un cast vincente già 'sulla carta', il film ottenne un grandioso successo al botteghino, cavalcando la scia di quello che era stato il già primo grande trionfo dell'attrice nel mondo del cinema, con il memorabile Vacanze Romane che, sempre nel 1954, le aveva portato il primo Premio Oscar come Miglior Attrice (la seconda statuetta, il Premio Oscar Umanitario Jean Hersholt, le sarà assegnato soltanto post-mortem, nel 1993).


Agli Academy Awards del 1955, Audrey si ritrova nuovamente candidata come Miglior Attrice, questa volta grazie a Sabrina, lasciando però la vittoria ad un'altra importante stella, Grace Kelly. In tutto la pellicola ottenne sei nomination, vincendo quella per i Migliori Costumi di Edith Head, costumista ingaggiata per vestire la Sabrina Pre-Parigi e colei che aveva chiamato l'allora sconosciuto Givenchy a collaborare per il look da dare a quella Post-Parigi.

Per il regista del film, Billy Wilder, il successo con Sabrina fu l'inizio di un'inedita serie di trionfi nel dirigere commedie, tra cui le indimenticabili Quando la Moglie è In Vacanza e A qualcuno Piace Caldo, con protagonista Marilyn Monroe, o Arianna, progetto per cui si ritrova nuovamente a lavorare con la Hepburn, senza però bissare il successo del loro primo film insieme. Il tema centrale della commedia di Wilder è senza ombra di dubbio quello ricco di clichè dell'amore proibito tra appartenenti a classi sociali diverse, di come, spesso, l'essenziale sia proprio invisibile agli occhi e ci voglia davvero solo un bell'abito o un'acconciatura fatta bene per far emergere il valore estetico di una persona davanti agli occhi di un cieco miliardario. I fratelli Larrabee in fondo sono un po' la rappresentazione dell'uomo di quei tempi: da un lato abbiamo il laborioso Larry, dedito solo a fatturare e ad investire capitali, dall'altro David, l'incurabile playboy. Insomma, anche sul versante maschile il film risulta ricco di stereotipi che magari all'epoca ancora affascinavano, ma agli occhi di uno spettatore del 2020 risultano triti e ritriti. Questo a primo impatto sembrerebbe un punto debole del film, ma in realtà guardando il tutto da una prospettiva diversa, la banalità della sceneggiatura fa proprio sì che risaltino maggiormente i punti di forza che hanno reso questo lavoro immortale, ossia l'importante legame tra cinema e moda di cui Audrey Hepburn diviene ambasciatrice. La visione di Sabrina, per un'esteta come me, è stata anni fa il punto di inizio per approfondire la filmografia dell'attrice. Dietro le omologate e, diciamolo, di discreto gusto stampe che ormai a pochi euro riempiono i guardaroba e gli accessori della donna 'di oggi', esiste un mondo affascinante e culturalmente ricco rappresentato dalla vita stessa di Audrey Hepburn, donna che è stata in grado spaziare, con la sua innata delicatezza, tra il mondo della moda e quello degli aiuti umanitari, diventando anche ambasciatrice UNICEF e dedicando gli ultimi anni della sua breve esistenza a molteplici viaggi in aiuto dei bambini nel Terzo Mondo. Ma non voglio anticiparvi altro...vorrei che la curiosità vi spinga autonomamente a percorrere questo incantevole ( e ricco di umanità) viaggio nel suo mondo di cui questo mio articolo vorrei rappresentasse solo lo sprint iniziale.








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