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Sette Anime | La ricerca dell'espiazione


“Dio ci ha messo sette giorni a creare il mondo. Io ci ho messo sette secondi a distruggere il mio”


Dopo “La ricerca della felicità”, Gabriele Muccino realizza la sua seconda pellicola americana che inscena nuovamente il “debito da saldare col destino”. Dopo il ritrovamento della felicità perduta nel primo film, ci si catapulta nella fragilità umana e nei meandri più bui degli abissi della coscienza. Un film che riesce ad emozionare e ad indurre lo spettatore a percepire la vita come un vero e proprio dono, senza “filtri bellezza” alcuni. A fine visione la percezione della realtà e degli eventi che scorrono davanti ai nostri occhi sembreranno mutare punto di vista; la prospettiva assumerà nuovo valore che soltanto il tempo saprà donare. Eppure l’uomo ha paura di esso; sottrae secondi, minuti, ore e giornate senza alcuna autorizzazione, aumentando il valore stesso degli attimi vissuti durante l’arco dell’esistenza. Il dualismo della vita e la comprensione del tempo assumono maggior rilievo all'interno di questa pellicola dove l’interpretazione magistrale di Will Smith, riesce ad addentrarsi nello spirito drammatico e riflessivo dell’intero film. Infatti il protagonista Tim Thomas è un ingegnere aerospaziale che provoca un multiplo incidente stradale durante l’invio di un messaggio, ponendo fine alla vita di “sette anime”, compresa quella della moglie Sarah Jenson (Robinne Lee). Da quel momento la sua esistenza assumerà un unico obiettivo, ovvero salvare la vita di sette brave persone utilizzando la sua; diventerà il “benefattore d’anime” in cerca di redenzione. Studia e testa il carattere delle sette persone per poter esser certo di lasciare una parte di sé al meritevole. Si identifica per l’intero film come Ben Thomas, rubando l’identità del fratello che lavora come dipendente dell’IRS, per poter entrare meglio in contatto con i prescelti.


Emily: “Perché ho la sensazione che tu mi stia facendo un grande favore?

Ben: “Perché ho la sensazione che tu te lo meriti!

Questo obiettivo di espiazione, gli consente di aiutare suo fratello (Michael Ealy), Holly, un’assistente sociale, il piccolo Nicholas al quale dona il proprio midollo per liberalo dalla leucemia che lo affligge da anni, Ezra Turner (Woody Harrelson), colui che vede con gli occhi dell’invisibile, George Ristuccia (Bill Smitrovich), Connie Tepos (Elpidia Carrillo) ed Emily Posa (Rosario Dawson), colei che riceverà il suo cuore. Quest’ultima infatti, soffre di una malformazione cardiaca congenita sin da piccola, e Tim pian piano riesce ad entrare nella sua vita in punta di piedi e a farne parte. Però l’amore che cresce nei confronti della ragazza, non rientra nel suo piano di redenzione, poiché lo ostacola dall'obiettivo principale: suicidarsi per donare i propri occhi ad Ezra e il proprio cuore ad Emily.


Tim: “C'è un tempo giusto per andarsene dalla vita di una persona anche quando non si ha un posto dove andare!”


Dopo l’ultima notte vissuta con Emily, sentendo il respiro affannato e il battito del suo cuore malato, Tim sembra ritrovare il coraggio nel proseguire imperterrito verso la propria strada. Corre nel motel e prepara la sua fine; all'interno della vasca inserisce cubetti di ghiaccio e la vespa di mare che da piccolino aveva osservato con il padre da dietro un vetro; la più letale, la “cubomedusa”, la creatura che in pochi secondi gli toglierà la vita.



La sua rabbia autodistruttiva e la sua determinazione nel ricevere redenzione, hanno ormai lasciato posto all'amore, al voler donare tutto sé stesso ad Emily. Così tra un addio non detto e l’amore non vissuto, abbandona la vita che lui stesso aveva sottratto ad altre sette persone, cercando di lasciare un segno e un ricordo in coloro che ha amato.

D'altronde la nostra esistenza non è una mera rappresentazione del nostro passaggio sulla terra?

Allora perché non donare quel bene che potrà restituirci l’eternità! Proprio come un quadro che alla morte del proprio autore non smetterà di farci emozionare, come il fruitore che ha saputo cogliere il significato dell’opera stessa.





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