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W.E.- Wallis, Edward e Madonna!

Tra le figure storiche più chiacchierate e forse 'odiate' del XX secolo il nome di Wallis Simpson certamente primeggia. La giovane americana, già ex moglie del violento ufficiale Earl Winfield Spencer Jr, nel 1928 sposa Ernest Aldrich Simpson con il quale, durante gli anni '30, ha modo di frequentare quella fetta dell'alta società inglese, sopra le righe e a tratti bohemien, capeggiata da quello che sarebbe stato l'allora futuro re d'Inghilterra, Edoardo. È proprio durante gli estrosi ricevimenti nei quali Edoardo, David per i più stretti, partecipa, che tra lui e Wallis scoppia la scintilla che darà il via ad una delle più tormentate e appassionate storie d'amore del '900. Il 20 Gennaio del 1936 David diviene sovrano, con il nome ufficiale di Edoardo VIII del Regno Unito, ma la sua relazione con la 'Signora Simpson' fa subito tremare la monarchia britannica. Il nuovo Re decide infatti di sposare Wallis, una donna socialmente e politicamente inaccettabile come futura Regina consorte, avendo un precedente matrimonio alle spalle ed un altro non ancora del tutto concluso. Alle ostilità socio-politiche si uniscono anche quelle della Chiesa d'Inghilterra, di cui il nuovo Re è a 'capo', che vieta categoricamente il matrimonio di una persona divorziata nel momento in cui 'l'ex coniuge' è ancora in vita. Il regno di Edoardo VIII finisce così con il durare solo dieci mesi: tra l'amore verso il suo Paese e quello verso la donna della sua vita, il Re sceglie la seconda, abdicando e dando il via ad una crisi monarchica che si risolve con l'ascesa al trono del fratello minore, il più timido e riservato Giorgio VI, padre dell'attuale regnante Elisabetta II.

L'abdicazione ebbe un prezzo molto caro per David, lui e Wallis vennero infatti costretti all'esilio in Francia, passando la loro intera vita lontani da Buckingham Palace, respinti totalmente dalla famiglia reale. Quanto al popolo, il clamore mediatico che la vicenda creò, portò una divisione netta tra la gente: c'era chi accusava Edoardo di aver tradito la propria Patria, e chi invece, affascinato dallo stile di vita mondano ed elegante che la coppia aveva da subito mostrato, faceva di Wallis ed Edward (conosciuti anche con l'acronimo W.E.) fonte di ispirazione per ideali rivoluzionari e sovversivi rispetto al tradizionale conformismo della casa reale britannica. La coppia rimase insieme per tutta la vita, vivendo sotto un riflettore che pian piano, con lo scorrere del tempo, iniziò a farsi sempre meno acceso, in continui ricevimenti mondani e feste stravaganti nella loro nuova dimora a Bois De Bologne, Parigi. La coppia non ebbe mai figli.



Nel 2011 esce nelle sale cinematografiche W.E., il secondo lungometraggio che vede la popstar Madonna regista, una pellicola che si pone come obbiettivo quello di raccontare della più grande storia d'amore del XX secolo da una prospettiva fino ad allora inesplorata, o comunque da sempre sottovaluta, quella di Wallis. Il film si snoda tra due storie tutte al femminile, infatti parallelamente alla nota vicenda dalla Signora Simpson, viene anche raccontata la vita di Wally Winthrop, una giovane donna americana nella New York degli anni '90, dal nome che è un omaggio proprio alla più nota Signora Simpson. Wally è bloccata in un'esistenza priva di qualsiasi forma di vitalità. Ha lasciato il suo lavoro da gallerista per dedicarsi totalmente al ruolo di moglie, bloccata in un matrimonio infelice e che non riesce a darle quel che più desidera, la nascita di un figlio. In questo soffocato limbo in cui la giovane moglie si ritrova a sopravvivere, unico interesse e via di fuga sembra essere la sua ossessione verso i Duchi di Windsor, Wallis ed Edoardo. È il 1998 e a New York è in corso una mostra/asta benefica ad oggetto i beni appartenenti alla famosa coppia reale, è questa l'occasione per Wally di confrontare il suo percorso esistenziale di donna con quello che è stato il destino di una delle figure femminili in un certo qual modo più rivoluzionarie del '900. In un continuo parallelismo tra le vicende di Wallis e Wally, il film ci parla essenzialmente di 'riscatto', sia di quello che la Signora Simpson oggi merita davanti a tutta l'opinione pubblica, e sia di quello più intimo e personale della giovane newyorkese, che riuscirà a dare, ispirata da questa coraggiosa vicenda storica, una svolta decisiva allo stallo esistenziale in cui si ritrova, sentimentalmente e professionalmente parlando.





'Non avete idea di quanto sia difficile vivere in prima persona la storia d'amore più grande del mondo' (Wallis Simpson)


Da sempre l'attenzione pubblica si è concentrata su quello che Edoardo 'ha perso' scegliendo di sposare Wallis, ma quasi nessuno si è mai domandato ciò a cui anche Wallis ha rinunciato a causa del loro amore. La tematica centrale della pellicola è proprio questa, si racconta di un amore così potente da diventare anche pericoloso e doloroso: amare qualcuno in modo così profondo può avere delle ripercussioni personali devastanti in termini di rinunce e sensi di colpa. Nel film la Wally degli anni '90, andando alla ricerca di quelle che sono state le lettere private della Signora Simpson, scoprirà inaspettatamente quanta sofferenza l'abdicazione ha portato anche nella vita dell'elegante donna. Al di là dei vestiti d'alta moda e dei gioielli sfarzosi, la vita di Wallis si è ridotta ad essere quella di una reietta. Accusata di avere simpatie nazi-fasciste e anti democratiche, e condannata a non poter avere figli a causa di precedenti aborti causati da violenze domestiche perpetrate dal suo primo marito, la donna paga il suo amore verso David a caro prezzo.

Nell'immaginario comune la coppia è da sempre famosa per gli eccessi in termini di lusso ai quali si sono sempre concessi, c'è in questo un'attenzione maniacale da parte della regista Madonna proprio su quelli che sono stati gli abiti indossati da Wallis, i suoi gioielli e tutti gli altri beni appartenuti alla loro dimora. È proprio la particolare ossessione verso l'oggettistica di scena ad essere un'altra protagonista centrale della pellicola, quasi un tramite onirico con il quale Wally riesce ad entrare in contatto con Wallis, confrontandosi con la donna, scrutandone le debolezze dietro l'apparente forza, invidiandone il carisma e traendo da tutto ciò la propria lezione di vita.



Di forte ispirazione femminista, W.E. è un film che denuncia quanto spesso la figura femminile sia più facilmente attaccabile dall'opinione pubblica, rispetto al genere maschile. Paradossalmente quelle che sono state le intenzioni di Madonna, nel contestare un sistema sociale in cui qualsiasi tipologia di donna 'forte' viene da sempre vista come una minaccia, le si ripercuotono addosso. Il film infatti riceve alla sua uscita una reazione non del tutto positiva dalla critica e dal pubblico, quasi a far pensare che il vero ed unico problema di questo lavoro sia il nome 'Madonna' sulla locandina. La società si è dimostrata ancora una volta, nonostante l'avvento del nuovo millennio, incapace di allargare le proprie vedute verso quel che le donne sono oggi in grado di compiere. Per molti la Signora Ciccone dovrebbe limitarsi infatti a fare la popstar ed il solo fatto che si sia dedicata all'attività di sceneggiatrice e regista è di per sé, con forte pregiudizio, qualcosa di inaccettabile. Tutto questo rende W.E. tutt'oggi uno dei film meno compresi e più sottovalutati dell'ultimo decennio. Madonna in realtà si rivela un'abile boss nel dirigere un film così complicato. Il suo tocco esteta ed il suo perfezionismo maniacale verso i particolari sono nella pellicola la vera chiave vincente. Come già anticipato, l'attenzione verso i gioielli e gli abiti di Wallis è potentissima, le inquadrature focalizzate (quasi sempre con l'uso di una Super 8) su questi piccoli dettagli sembrano lasciare la firma unica ed indelebile di quella che è da sempre una donna vicina al mondo della moda. Anche il fatto che spesso tra i gioielli di Wallis siano presenti 'croci' religiose, tanto care come sappiamo all'immaginario 'madonnaro', è un ulteriore peculiarità lasciata dalla regista. Il cast risente tantissimo di questi pregiudizi, portando W.E. ad essere totalmente snobbato a quelli che sono stati i riconoscimenti attoriali ufficiali dell'anno. Andrea Riseborough è perfetta nei panni di Wallis Simpson, con un carisma raro che cattura la scena in ogni inquadratura che la riguarda.


All'altezza anche la performance di Abbie Cornish, che invece interpreta Wally, molto brava nel rendere la personalità sommessa e pacata di questa donna, comunicando allo spettatore più tramite i suoi silenzi che con la sua voce. Entrambe le attrici protagoniste inoltre, assieme alle controparti maschili interpretate da James D'Arcy ed Oscar Isaac, si sono lodevolmente prestate ad intense lezioni di danza, elemento caro al mondo di Madonna e che nel film ha un ennesimo ruolo centrale nel racconto delle dinamiche relazionali dei suoi protagonisti. La collaborazione con Cartier, per quel che riguarda i gioielli, e con Balenciaga, Dior, Valentino e Schiapparelli negli abiti, è un altro punto di forza di W.E.: con oltre 50 cambi d'abito la Riseborough, ad esempio, riesce a mettere in scena una vera e propria passerella per la gioia degli appassionati di moda. Ed è proprio per il Costume Design che W.E. riceve una candidatura agli Oscar del 2012.


Una scelta ammirabile fatta da Madonna è quella di non intervenire prepotentemente nella colonna sonora, lasciando la composizione di questa al musicista polacco Abel Korzeniowski. L'unico brano nel film firmato dalla Ciccone è la ballata Masterpiece, che però si ascolterà solo nei titoli di coda, finendo così con il non essere eleggibile agli Oscar nella categoria Best Original Song.

Al contrario Masterpiece, a causa di un regolamento del tutto diverso, viene nominata per quella stessa categoria ai Golden Globes, aggiudicandosi la vittoria e restando così l'unico riconoscimento importante raggiunto dal film. Cantante, ballerina, scrittrice, stilista, attrice e anche regista. Madonna con questo lungometraggio ha dimostrato ancora una volta quanto il posto della donna nel mondo dello spettacolo non debba essere circoscritto ad un'unica area. Che poi alla fine questo possa non piacere a chi è ancorato ad un tipo di cultura patriarcale, poco importa, oggettivamente il suo lavoro, la sua presenza come 'donna' ed 'artista' in questi anni, segna nuovamente uno dei passi più coraggiosi e degni di lode intrapresi dalle donne contemporanee.




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