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  • Immagine del redattoreDavide

Essere PIGGY in un mondo di Barbie


È Barbie-mania, la programmazione cinematografica estiva non è mai stata così focalizzata su un unico e solo film-evento che, complici le temperature infernali di questa caldissima estate, sta rendendo insolitamente popolate le sale normalmente semi-vuote di Luglio. Nel clamore generato dalla pellicola di Greta Gerwig (a cui abbiamo già dedicato un articolo che potete recuperare qui https://bedtimedavide.wixsite.com/criticando/post/barbie-l-estremismo-non-è-la-soluzione ) quasi del tutto inosservate passano in sordina molte altre pellicole altrettanto interessanti. Tra queste mi sono imbattuto qualche giorno fa nella visione del selvaggio Piggy.


Cerdita (titolo originale della pellicola) è un film spagnolo della regista Carlota Pereda che sviluppa l'idea dell'omonimo precedente cortometraggio, girato dalla stessa Pereda, vincitore di un Premio Goya nel 2019 nella sezione 'corti'. Prodotto e distribuito in Spagna nel 2022, il film arriva nelle sale italiane con più di un anno di ritardo, grazie (finalmente) alla distribuzione della I Wonder. La trama ci racconta di Sara, un'adolescente come tante di un piccolo paesino nel Sud-Ovest della Spagna (l'Estremedura), con gli stessi interessi, le prime pulsioni erotiche e la voglia di una spensierata estate, di tutte le sue coetanee. Ma se l'essenza rispecchia la tipicità dei suoi anni, l'involucro in cui Sara è invece 'intrappolata' la rende brutalmente difforme agli occhi della società stereotipata che la (ci) circonda. Sara è una ragazza obesa, si morde una ciocca di capelli tutte le volte in cui si sente a disagio, è goffa ed intimidita da tutto e tutti, nasconde i suoi lineamenti dietro una folta capigliatura scura e si sottrae alla vita che scorre da dietro il bancone della macelleria di famiglia. Scruta, osserva il mondo con timore e curiosità, ma abbassa lo sguardo sui libri, anestetizza le voci con grandi cuffie e la musica a palla, ogni volta che è il mondo ad accorgersi di lei. Quasi vorrebbe sparire quando gli sguardi delle ragazze più popolari del paese le si posano addosso, rendendo lei e la sua famiglia oggetto di scherno e derisione. Sara è bullizzata, in maniera piuttosto pesante ed intensa. Per tutti, in paese, lei è la Cerdida, ossia Piggy, ovvero il 'maiale'. Nonostante il devastante body shaming nessuno però in famiglia riesce a percepire il malessere che la ragazza porta dentro. In fondo la famiglia di Sara è un altro gran casino, legami disfunzionali si diramano dal fusto di una madre-padrona ed un padre bonario che, seppur carichi di buone intenzioni verso i propri figli, sembrano sbagliare costantemente nei modi e nelle esternazioni comunicative troppo brusche ed autoritarie.


In un pomeriggio afoso, dopo l'ennesimo episodio di bullismo di cui è stata vittima, Sara assiste sconcertata al violento rapimento delle sue tre più acerrime carnefici da parte di un misterioso ragazzo. Ma, anziché denunciarne l'accaduto, la ragazza tenterà inspiegabilmente di celare a tutti l'accaduto. Si innesta così un perverso meccanismo, sulle fondamenta di un tipico revenge-thriller, che porta l'adolescente e lo sconosciuto rapitore ad empatizzare e collaborare reciprocamente, accumunati (si presume) dallo stesso tipo di dolore.

Lo sconosciuto però si rivela presto uno spietato serial killer che, iniziando a nutrire nei confronti della ragazza una morbosa attrazione protettivo-sessuale, vorrebbe apparire ai suoi occhi quasi come l'unico sommo vendicatore delle angherie ed umiliazioni da lei costantemente subite.

È qui che allora il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato diventa in Sara improvvisamente confuso. Chi è il vero mostro? Il ragazzo sconosciuto che rapisce e tortura le sue compagne? O i mostri sono proprio queste ultime che, finalmente, stanno ottenendo ciò avrebbero da sempre meritato? Si fa fatica, in questo film che ho definito social-thriller e dove elementi del classico splatter diventano emblemi delle ferite dell'anima, a parteggiare per l'una o per l'altra parte. Si fa fatica a capire dove inizia e finisce una morale nei comportamenti di questo folle schema di vendetta. Sicuramente risulta originale la mescolanza che la regista crea tra il filone del film-denuncia e l'inquietante horror placcato di humor nero e contornato di qualche dettaglio grottesco, tipico del cinema spagnolo che più mi piace.


C'è tanto di viscerale in Piggy, quasi una reminiscenza ancestrale che avvicina l'essere umano all'animale, all'istinto di caccia, di difesa aggressiva tipica delle belve. Sara sembra essere perennemente ad un passo dalla metamorfosi totale in quella bestia a cui l'hanno sempre paragonata, e noi spettatori quasi fatichiamo a biasimarla. Sono riflessioni molto profonde ed insolite quelle che ne derivano e che ci portano inevitabilmente a far luce su quanto i meccanismi di odio verbale, di cui la nostra contemporaneità è pregna, siano sufficienti a mettere in moto una serie inarrestabile di altrettante azioni crudeli dove 'il male genera solo altro male', e nulla più.

E' angosciante Piggy, e questo sentimento viene reso egregiamente dalla protagonista Laura Galàn, già a sua volta interprete dello stesso personaggio nel precedente corto. Questo tipo di angoscia è ormai rara nel genere horror/thriller, di cui gli 'americani' ormai abusano in modo spropositato quasi fino a mortificarne l'essenza. Ed in questo è sorprendente come gli europei negli ultimi decenni stiano riuscendo a fare molto meglio del cinema d'oltreoceano, nonostante le minori risorse economiche a disposizione.

Se c'è un futuro nel cinema dell'orrore, umano o sovrannaturale che sia, io credo che questo futuro sia proprio qui in Europa, che non è necessariamente un ritorno al passato dei celebri D'Argento o Bava, ma molto più contaminato dall'efferatezza a stelle e strisce di Tarantino (che poi di film horror propriamente non si è mai occupato). Insomma, Margot Robbie è sicuramente più seducente ed accattivante di una ragazzina che viene paragonata ad un maiale, ma se volete fare i conti con alcuni dei lati più oscuri e profondi dell'essere umano, recuperate in sala Piggy, sarà il giusto contrappeso alla più patinata e famosa ragazza della Mattel.

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